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aristotele:aristotele

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Linea 37: Linea 37:
 Raffaello ha colto genialmente con questa immagine la differenza tra i due filosofi: per Platone l'essenza delle cose, quello per cui le cose sono quello che sono, sta fuori delle cose stesse, sta nell'idea e l'idea è al di là delle cose sensibili. Ci sono le azioni giuste, oltre tutte le azioni giuste c'è la Giustizia; ci sono le cose belle e al di là tutte le cose belle, c'è la Bellezza; cioè le idee stanno //trans,// oltre; sono trascendenti. Raffaello ha colto genialmente con questa immagine la differenza tra i due filosofi: per Platone l'essenza delle cose, quello per cui le cose sono quello che sono, sta fuori delle cose stesse, sta nell'idea e l'idea è al di là delle cose sensibili. Ci sono le azioni giuste, oltre tutte le azioni giuste c'è la Giustizia; ci sono le cose belle e al di là tutte le cose belle, c'è la Bellezza; cioè le idee stanno //trans,// oltre; sono trascendenti.
  
-Invece Aristotele all’idea platonica sostituisce in un certo qual modo **la forma:** lui sostiene che ciò per cui una cosa è quello che è, cioè la sua forma, **è interna alla materia**. La forma non è altro che **la forma che assume un determinato nucleo di materie,** quindi forma e materia sono **inscindibili.** La forma, cioè l'**essenza di una cosa**, sta all'interno della cosa stessa è **immanente.**+Invece Aristotele all’idea platonica sostituisce in un certo qual modo **la forma:** lui sostiene che ciò per cui una cosa è quello che è, cioè la sua forma, **è interna alla materia**. La forma non è altro che **la forma che assume un determinato nucleo di materie,** quindi forma e materia sono **inscindibili.** La forma, cioè l'**essenza di una cosa**, sta all'interno della cosa stessa è **immanente.**
  
 Aristotele quindi si pone agli antipodi rispetto a Platone e critica aspramente il maestro a partire da una riflessione che aveva fatto lo stesso Platone. Il tardo Platone nel dialogo //Parmenide// si pone il problema del rapporto tra le idee e le cose ed elabora il famoso **argomento del terzo uomo,** che viene sviluppato da Aristotele però in chiave non di problematizzazione delle idee, ma di demolizione del mondo delle idee. Sostiene Aristotele che Platone per spiegare l'individuo, per spiegare Socrate, come essere umano concreto, ricorre all'uomo in sé, all’uomo con la U maiuscola. L’umanità con la U maiuscola è la perfezione dell'uomo, è l'idea di uomo che vive nel mondo intelligibile. Quindi per spiegare l'uomo sensibile, Socrate, si fa ricorso all'uomo intelligibile. Proprio seguendo però le tracce di Platone, dice Aristotele, fatta questa affermazione **si complica indefinitamente la realtà** invece di spiegarla. Per quale motivo? perché bisognerà immaginare un rapporto tra l'uomo empirico, Socrate, e l'uomo con la U maiuscola; ora se formalizziamo questo rapporto, come ama fare Aristotele, e chiamiamo Socrate con la lettera **A** e l'uomo con la U maiuscola con la lettera **B**, ci troviamo due termini **A** e **B;** ma tra **A** e **B** ci sarà un rapporto che chiameremo **C**; questo rapporto può essere di somiglianza, di uguaglianza e disuguaglianza, di esclusione, di ostilità, di maggiore, di minore, ecc.. in ogni caso se io ho due cose A e B, inevitabilmente avrò C che sarà la relazione tra A e B. Aristotele sta alla base del famoso detto non c'è due senza tre, cioè **posti due termini necessariamente si deve porre un terzo termine**. Però Aristotele a questo punto sostiene che questo **tipo di ragionamento può proseguire all'infinito**; perché se adesso mi trovo a B e C tra e B e C ci sarà un altro rapporto che sarà E, quindi ognuno di questi rapporti dà vita ad altri rapporti e questo naturalmente può proseguire all'infinito. Aristotele vuol dire che **Platone** invece di spiegare il mondo delle cose sensibili ha **prolungato all'infinito la difficoltà di afferrare questo mondo.** Aristotele quindi si pone agli antipodi rispetto a Platone e critica aspramente il maestro a partire da una riflessione che aveva fatto lo stesso Platone. Il tardo Platone nel dialogo //Parmenide// si pone il problema del rapporto tra le idee e le cose ed elabora il famoso **argomento del terzo uomo,** che viene sviluppato da Aristotele però in chiave non di problematizzazione delle idee, ma di demolizione del mondo delle idee. Sostiene Aristotele che Platone per spiegare l'individuo, per spiegare Socrate, come essere umano concreto, ricorre all'uomo in sé, all’uomo con la U maiuscola. L’umanità con la U maiuscola è la perfezione dell'uomo, è l'idea di uomo che vive nel mondo intelligibile. Quindi per spiegare l'uomo sensibile, Socrate, si fa ricorso all'uomo intelligibile. Proprio seguendo però le tracce di Platone, dice Aristotele, fatta questa affermazione **si complica indefinitamente la realtà** invece di spiegarla. Per quale motivo? perché bisognerà immaginare un rapporto tra l'uomo empirico, Socrate, e l'uomo con la U maiuscola; ora se formalizziamo questo rapporto, come ama fare Aristotele, e chiamiamo Socrate con la lettera **A** e l'uomo con la U maiuscola con la lettera **B**, ci troviamo due termini **A** e **B;** ma tra **A** e **B** ci sarà un rapporto che chiameremo **C**; questo rapporto può essere di somiglianza, di uguaglianza e disuguaglianza, di esclusione, di ostilità, di maggiore, di minore, ecc.. in ogni caso se io ho due cose A e B, inevitabilmente avrò C che sarà la relazione tra A e B. Aristotele sta alla base del famoso detto non c'è due senza tre, cioè **posti due termini necessariamente si deve porre un terzo termine**. Però Aristotele a questo punto sostiene che questo **tipo di ragionamento può proseguire all'infinito**; perché se adesso mi trovo a B e C tra e B e C ci sarà un altro rapporto che sarà E, quindi ognuno di questi rapporti dà vita ad altri rapporti e questo naturalmente può proseguire all'infinito. Aristotele vuol dire che **Platone** invece di spiegare il mondo delle cose sensibili ha **prolungato all'infinito la difficoltà di afferrare questo mondo.**
aristotele/aristotele.txt · Ultima modifica: 2025/02/02 12:13 da luca