I PRESOCRATICI
La distinzione della filosofia presocratica entro la storia della filosofia greca è stata proposta nella grande opera storiografica di Zeller, nel sec. XIX, ma ha a suo fondamento le indicazioni della prima grande opera di storia del pensiero occidentale, la Metafisica di Aristotele.
Nell'indagare quello che è a suo parere il problema centrale della speculazione filosofica, la ricerca sulle cause, Aristotele distingue fra i suoi predecessori i “filosofi più antichi”, la maggior parte dei quali “ritenne che fossero principi di tutte le cose soltanto quelli che rientrano in una specie materiale”, che “è elemento e principio di tutte le cose esistenti, ciò di cui tutte quante le cose esistenti sono costituite, da cui primariamente provengono e in cui alla fine vanno a corrompersi”; il principio, chiarisce Aristotele, è secondo alcuni corporeo, come l'acqua, il fuoco e altre cose, ed è uno solo o più d'uno; secondo altri i principi sono sia la materia (o principio corporeo), sia il movimento, come causa unica che mette in moto la natura e il mutamento, o come causa duplice - per esempio finito e infinito, come presso i pitagorici.
Aristotele enumera i principali fra quegli “antichi filosofi”, precisando gli elementi delle diverse dottrine e proponendo i suoi rilievi critici per ciascuno: Talete, che assumeva l'acqua a unico principio; Anassimene e Diogene; Eraclito di Efeso, che suggeriva il Fuoco, e Empedocle, teorico dei quattro elementi; Anassagora che ricorre al concetto di infinito; Parmenide, tra quelli che risalgono all'Uno immobile, eterno, come condizione per i molti; Leucippo e Democrito, che misero al primo posto materia e movimento con la dottrina atomistica.
Con Socrate si verifica, secondo l'interpretazione aristotelica, una rottura: questi infatti “mise completamente da parte” l'indagine sulla natura, per porre al centro della discussione il linguaggio e la retorica, la morale e la politica; e con Platone l'insegnamento di Socrate dà un frutto, quello della distinzione fra i diversi piani e di una formulazione totalmente nuova del concetto di causa.
Si deve osservare che la discussione storiografica ha accolto in sostanza la sistemazione aristotelica, anche nel suo suggerimento interpretativo, che distingue la filosofia presocratica “da quella che ha inizio con Socrate” e solo negli ultimi decenni la distinzione anche profonda fra i protagonisti e le scuole implicate sotto il termine “presocratici” è stata rilevata e accentuata sino a far scomparire la catalogazione se non come termine di comodo. In particolare si sono distinti nei primi “filosofi” gli elementi originari, religiosi, mistici, mitici, e il progressivo articolarsi di considerazioni razionali e l'affermarsi di una “osservazione” della natura accanto, e spesso insieme, a nozioni e pregiudiziali di altro ordine; e si è visto nelle scuole più tarde, come quella degli eleati, una speculazione di grande forza teoretica: così Heidegger connette i nomi di Anassimandro, Eraclito e Parmenide nel comune tema della ricerca sull'essere, in una matura dimensione ontologica.