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LE CROCIATE DEL NORD

Quando si parla di Crociate medievali facilmente si pensa alle spedizioni europee nei paesi arabi (Palestina) per la riconquista della Terra Santa. E’ però importante ricordare anche altre Crociate che avvennero in questo periodo, come le Crociate del Nord o Crociate Baltiche.

Le Crociate del Nord furono una serie di campagne militari condotte dai cristiani dell’Europa occidentale contro le popolazioni pagane del Mar Baltico e dell’Europa nord-orientale. Queste crociate ebbero luogo principalmente tra il XII e il XIII secolo e furono intraprese con l’obiettivo di convertire al cristianesimo le popolazioni locali, espandere il territorio e consolidare il potere politico dei sovrani e degli ordini militari cristiani. Si svolsero principalmente nelle aree corrispondenti agli odierni Paesi Baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e in parte della Finlandia e della Prussia orientale. I popoli che abitavano queste regioni erano i Prussiani (in queste regioni ancora pagani), i Letgalli, i Livoni, gli Estoni e i Lituani.

La crociata dei Venedi

Le prime vere campagne cristiane nel Nord Europa iniziarono con la crociata dei Venedi del 1147, quando papa Eugenio III emanò la bolla Divina dispensatione contro i polabi (o, appunto, “venedi”), una popolazione di etnia slava di quella che oggi è la Germania settentrionale e orientale. La crociata avvenne in parallelo con la seconda crociata avvenuta in Terra santa, continuando in maniera più o meno irregolare fino al XVI secolo. Tuttavia, non otterrà però risultati sostanziali dal punto di vista del clero. Fondamentale fu la predicazione di Bernardo di Chiaravalle 1) secondo il quale i pagani slavi si sarebbero dovuti combattere «fino al momento in cui, con l’aiuto di Dio, essi devono essere o convertiti o cancellati», in realtà non si ottennero che poche conversioni - comprese quelle del principe obodrita Niklot e dei suoi soldati (che secondo il cronista sassone Helmold furono anche fasulle) - e la distruzione di qualche tempio pagano.

Tutti ritenevano che la guerra contro gli slavi sarebbe stata più facile di quella contro i musulmani. L’alternativa che si poneva era radicale: o il battesimo o la morte. Non si accettavano semplici tributi. Al comando si posero il marchese di Brandeburgo, Alberto l’Orso, e il duca di Baviera e Sassonia, Enrico il Leone, che guidarono un imponente esercito di centomila soldati germanici, danesi, polacchi e boemi. Il principe Nicloto, capo dei Vendi del Mecklemburgo, fu praticamente costretto a sottomettersi e a battezzarsi. La penetrazione successiva dei coloni determinerà la definitiva sconfitta, anche culturale, di questa e altre tribù slave.

Non meno importanti ricordiamo:

FEDERICO I BARBAROSSA

Sul piano politico-istituzionale vi è una stretta correlazione tra l’indebolirsi del potere imperiale romano-germanico (a causa dello sviluppo dei Comuni e delle prime tendenze centrifughe in direzione del nazionalismo o dell’autonomia regionale-territoriale) e l’affermarsi della colonizzazione verso le terre slave.

Federico I Barbarossa (1152-90), del casato Hohenstaufen, compì numerose spedizioni verso est. Nel 1157 invase persino la Polonia, il cui principe cattolico, Boleslao IV, aveva rifiutato di versare il tributo e di concedere il consueto contingente armato per le spedizioni italiane dell’imperatore. Boleslao fu costretto a sottomettersi e pesante, di conseguenza, divenne l’ingerenza di Federico anche nei fatti interni di Boemia e Ungheria.

Nel corso delle sortite anti-slave egli si scontrò anche col duca tedesco Enrico il Leone, della casa dei Welfen (guelfi), che aveva creato un regno, dalla Baviera al Baltico, troppo grande per essere compatibile con la potenza imperiale. Enrico si era rifiutato di fornire al Barbarossa i contingenti previsti dai suoi obblighi feudali per la quinta discesa imperiale in Italia, in cui infatti il Barbarossa subì una grave sconfitta a Legnano da parte della Lega Lombarda (1176), appoggiata dal papato.

Convocata la dieta imperiale, Federico fece deporre Enrico, privandolo dei suoi beni (1180). Enrico poi guiderà i principi tedeschi contro l’imperatore Enrico VI (1190-97), ma intanto il suo regno era stato spartito tra i principi laici ed ecclesiastici fedeli all’impero, e di questo approfittarono col tempo sia i danesi, per espandersi anch’essi verso est, che la Lega Anseatica, una sorta di federazione di ricche città mercantili del nord e dell’est (1161).

Bernardo di Chiaravalle

Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) fu un influente abate cistercense e teologo ed ebbe un ruolo significativo nel promuovere le Crociate, specialmente la Seconda Crociata. Ebbe un ruolo determimante con le sue attività di promozione, propaganda e giustificazione teologica.

1)
Bernard de Fontaine, in latino Bernardus Claravallensis, tradotto in Bernardo di Chiaravalle (1090 o 1091 – 1153), è stato un monaco cristiano, abate e teologo francese dell’ordine cistercense, fondatore della celebre abbazia di Clairvaux, di cui fu abate, e di altri monasteri. Viene venerato come santo da Chiesa cattolica, Chiesa anglicana e Chiesa luterana. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III nella cattedrale di Anagni, fu dichiarato dottore della Chiesa da papa Pio VIII nel 1830. Nel 1953 papa Pio XII gli dedicò l’enciclica Doctor Mellifluus