L’imperatore germanico Enrico V di Franconia nel 1125 morì senza eredi diretti, creando un vuoto di potere e innescando una disputa per la successione al trono imperiale. Enrico V fu l’ultimo imperatore della dinastia salica 1) e la sua morte aprì una fase di incertezza politica nel Sacro Romano Impero, portando a una serie di conflitti di successione e lotte di potere che coinvolsero le principali famiglie nobiliari dell’epoca.
La disputa per la successione si trasformò rapidamente in un conflitto tra le due principali famiglie nobiliari: i Welfen (Guelfi) e gli Hohenstaufen (Ghibellini). La divisione fra guelfi e ghibellini diventerà particolarmente evidente e rilevante in Italia nel XIII secolo.
La rivalità tra guelfi e ghibellini si estese in Italia, dove le città-stato cominciarono a schierarsi con una delle due fazioni. Questa divisione portò a guerre civili all’interno delle città e tra le città stesse, influenzando profondamente la politica e la società italiane.
Nel 1152 venne eletto Federico I Hohenstaufen detto il Barbarossa (1152-1190), nipote di Federico II di Svevia, rafforzando ulteriormente la fazione ghibellina.
Federico Barbarossa voleva rafforzare l’autorità imperiale sul Sacro Romano Impero, che comprendeva gran parte della Germania e dell’Italia settentrionale. In particolare la frammentazione politica e l’indipendenza delle città-stato italiane rappresentavano una minaccia per l’unità e l’autorità dell’impero. Esse infatti avevano ottenuto una notevole indipendenza e autonomia durante i decenni precedenti, a causa della situazione di debolezza dell’Impero.
E’ importante ricordare anche l’importanza commerciale dell’Italia del Nord: città come Milano, Venezia e Genova, erano un centro vitale per il commercio europeo. Controllare queste città significava avere accesso e controllo su importanti rotte commerciali. Tali città erano diventate con il tempo molto ricche e quindi ripristinare il controllo imperiale su queste città avrebbe consentito a Federico di attingere alle loro risorse finanziarie attraverso tasse e tributi.
Federico si considerava il successore legittimo degli antichi imperatori romani e dei suoi predecessori, come Carlo Magno. Restaurare il potere imperiale in Italia era visto come un ritorno ai fasti dell’impero romano e carolingio.
Nel marzo del 1153 il Barbarossa indisse una Dieta a Costanza (prima dieta) a cui parteciparono anche gli ambasciatori del papa Eugenio III (1145-53); a essi Federico espresse la convinzione che potere politico e spirituale potessero collaborare su un piano di parità, per cui ribadì i suoi diritti in materia di elezione dei vescovi tedeschi ma allo stesso tempo assicurò di volere rispettare prestigio e potenza della Chiesa in cambio della promessa di essere incoronato imperatore.
Alla dieta di Costanza, del marzo del 1153, avevano partecipato anche gli ambasciatori dei Comuni di Pavia e Como, e alcuni rappresentanti di Lodi (città fondata proprio dall’imperatore Federico I), venuti a implorare aiuto contro la prepotenza di Milano che, dopo avere distrutto Lodi nel 1111 e dopo avere vinto una guerra decennale contro Como (1127), ne limitava l’indipendenza e impediva lo sviluppo delle altre città. Federico I approfittò di queste richieste di aiuto per intervenire nella politica italiana: egli seguiva un ideale di impero universale; il controllo sia sui Comuni a nord sia sul regno di Sicilia a sud era essenziale a questo scopo.
L’Italia era per l’imperatore tedesco il contesto ideale per ottenere alcune prerogative essenziali per realizzare la costruzione dell’impero universale: la supremazia nella contesa con il papato per la potestà civile universale, il legame con la tradizione dell’impero romano, cui Federico I si ispirava, e la sovranità su Comuni e feudatari. A tale scopo dispose un saldo controllo su tutti i territori della Corona, utilizzando funzionari di umili origini e provata fedeltà, i ministeriales, e si pose l’obiettivo di recuperare gli iura regalia, le regalie, ossia gli inalienabili diritti del potere regio (amministrazione della giustizia, difesa del territorio, riscossione delle imposte, battere moneta), poiché il potere comunale in Italia si stava arrogando poteri propri del sovrano sia all’interno sia all’esterno del territorio urbano, come dimostrava l’esempio di Milano, che aveva apertamente aggredito altri sudditi dell’imperatore.
Dopo la dieta di Costanza le condizioni per scendere in Italia c’erano tutte: lo chiedevano le famiglie feudali per limitare il potere comunale, lo chiedevano i piccoli Comuni alleatisi contro Milano, lo chiedeva il papa stesso, Anastasio IV, che auspicava l’intervento di Federico I contro il Comune di Roma, in cui a partire dal 1143 si era formato un regime capeggiato da Arnaldo da Brescia, un riformatore contestatore del potere temporale dei papi, che aveva costretto papa Eugenio a ritirarsi a Orvieto.
Nel 1154 Federico partì dal Tirolo e scese in Italia alla testa di un piccolo esercito e, a novembre, convocò una Dieta a Roncaglia in cui revocò tutte le regalie usurpate dai Comuni sin dal tempo di Enrico IV. In quel periodo morì il papa Anastasio IV e fu eletto il nuovo papa, Adriano IV.
Federico nel frattempo era passato all’azione di forza: distrusse alcune località minori come Galliate e alcuni Comuni maggiori come Asti e Chieri (consegnate poi al marchese di Monferrato, suo fedele vassallo, a cui si erano ribellate), poi fu messo l’assedio a Tortona, alleata di Milano (quest’ultima aveva rifiutato le decisioni dell’imperatore e non aveva agevolato il passaggio delle truppe imperiali sul suo territorio). Tortona, che si era arresa per sete dopo due mesi, nell’aprile del 1155, era stata rasa al suolo e i suoi abitanti dispersi. Tutti questi successi militari avevano uno scopo prevalentemente dimostrativo.
Nel 1155 a Pavia, ricevette l’incoronazione a re d’Italia. Federico si mise in marcia verso Roma per cingere la corona di imperatore. Presso Siena Federico incontrò i cardinali inviati da Adriano IV, che gli chiesero di catturare Arnaldo da Brescia; cosa che l’imperatore fece e Arnaldo fu condannato a morte, dal prefetto di Roma, e mandato al rogo.
Il 18 giugno 1155 Federico venne incoronato imperatore da papa Adriano IV in San Pietro, contro la volontà del senato romano, che scatenò una serie di violenti tumulti contro le truppe tedesche e la curia. Federico e il cugino Enrico il Leone, accampato fuori le mura, rientrarono in città e, dopo un’intera giornata di lotta, ricacciarono i romani al di là del Tevere.
Il papa, nel frattempo, per garantirsi comunque una protezione, venne a patti con i Normanni, la cui potenza un tempo era stata in realtà giudicata pericolosa dal pontefice, concedendo al re di Sicilia Guglielmo I il Malo l’investitura di tutto il regno, comprese Capua e Napoli. Questo accordo però veniva meno ai patti tra papa e imperatore e d’altra parte non mancavano altri motivi di contrasto tra i due, a causa dell’eccessiva ingerenza di Federico nell’elezione dei vescovi in Germania.
Anche se la prima spedizione si era conclusa con il successo la situazione rimaneva instabile. Nel 1158, Federico Barbarossa scese di nuovo in Italia con un grande esercito, determinato a imporre la sua autorità sui comuni lombardi e in particolare sulla città di Milano, che si era ribellata al potere imperiale.
Nella seconda Dieta di Roncaglia, alla presenza dei giuristi dell’Università di Bologna e dei rappresentanti delle città e di signori feudali, Federico aveva sancito la Constitutio de regalibus un documento nel quale venivano codificari i diritti e le prerogative imperiali, noti come “regalia,” nel Regno d’Italia.
La Constitutio de regalibus elencava una serie di diritti e prerogative che spettavano esclusivamente all’imperatore. Questi diritti, chiamati “regalia,” includevano:
L’imposizione di questi diritti provocò un grande risentimento tra i comuni italiani, che si sentivano limitati nelle loro aspirazioni di autogoverno e autonomia. Questo risentimento fu una delle cause principali della formazione della Lega Lombarda, una coalizione di comuni che si oppose all’autorità imperiale.
Anche se la Constitutio de regalibus rappresentava un tentativo significativo di centralizzare e rafforzare il potere imperiale in Italia durante il medioevo ebbe l’effetto contrario di stimolare l’opposizione e la resistenza dei comuni italiani, portando a conflitti prolungati che culminarono nella battaglia di Legnano nel 1176 e nella pace di Costanza nel 1183.
Federico I per centralizzare sempre più il suo potere inviò propri rappresentanti in ogni città, ma Milano e Crema reagirono cacciandoli, per ribadire la propria volontà di indipendenza. Federico assediò la città, che alla fine capitolò nel settembre del 1158. Milano e Crema furono rase al suolo.
La Dieta di Roncaglia aveva aumentato profondamente l’ostilità dei Comuni nei confronti dell’imperatore. I Comuni non contestavano l’autorità imperiale ma non potevano accettare le decisioni prese nella Dieta di Roncaglia. Dopo la distruzione di Milano il Barbarossa tentò di dividere gli avversari: ai Comuni dimostratisi fedeli all’Imperatore (Pisa, Genova, Cremona e Pavia) non applicò le regole decise a Roncaglia garantendo loro una certa autonomia. Nel 1167, i comuni del Nord Italia formarono la Lega Lombarda, un’alleanza che includeva città come Milano, Bologna, Verona, Venezia, e molte altre. La Lega si opponeva al tentativo di Federico di imporre il controllo imperiale sui comuni italiani e cercava di difendere la loro autonomia. A questa Lega aderirono anche città prima fedeli all’Imperatore, come Cremona e Lodi e poi persino il Papa Alessandro III.
Nella sua quinta discesa nel 1174 Federico non aveva più un esercito forte come quello dei tempi di Roncaglia. Nella Battaglia di Legnano (1176) la Lega Lombarda ottenne una vittoria decisiva contro Federico Barbarossa. La battaglia segnò un punto di svolta nel conflitto, dimostrando che i comuni italiani potevano efficacemente resistere al potere imperiale.
Dopo la sconfitta a Legnano, Federico Barbarossa fu costretto a negoziare con la Lega Lombarda. Questo portò alla Pace di Costanza del 1183, un accordo promulgato come un privilegio concesso dall’Imperatore (che non poteva firmare una pace se non con dei suoi pari) che sancì:
E’ difficile dire chi sia stato il vero vincitore della contesa. Sui campi di battaglia avevano vinto i Comuni, ma poi l’Imperatore, nel corso delle trattative, aveva ottenuto il giuramento di fedeltà e il diritto all’investitura dei magistrati cittadini. E’ comunque innegabile che i Comuni ottennero il loro primo riconoscimento formale. Potevano governarsi in modo autonomo e formare delle Leghe.
Federico Barbarossa fece sposare il figlio Enrico con Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II unica erede leggittima al trono di Sicilia. Dopo la celebrazione del matrimonio a Milano Enrico assunse anche il titolo di Re d’Italia: significava che il futuro re di Sicilia avrebbe avuto anche le corone di Re d’Italia e di Imperatore. Federico Barbarossa morì nel 1190 nel corso della terza Crociata, annegando in un fiume. Il figlio Enrico VI ereditò sia la corona imperiale che quella del Regno di Sicilia.
Frederick I, Holy Roman Emperor as crusader. Dedicatory image from a manuscript of Robert the Monk's Historia Hierosolymitana (Vat. Lat. 2001, dated ca. 1188).
Di unknown illustrator - Digital image from http://crusades.boisestate.edu/Europe/germany11.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15082
Busto in bronzo di Federico Barbarossa datato 1173 - Di Montecappio - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9457219
Federico I in una rappresentazione del XIV secolo - Di Sconosciuto - http://images.bridgeman.co.uk/cgi-bin/bridgemanImage.cgi/400wm.FTB.173760.7055475/64192.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8099049
Pavia, Basilica di San Michele Maggiore, le cinque pietre, già menzionate nelle Honorantiae civitatis Papiae (1020 circa), sopra le quali veniva posto il trono durante le incoronazioni e sulle quali fu incoronato Federico Barbarossa nel 1155. La scritta e la rappresentazione della Corona Ferrea nella pietra centrale furono aggiunte nell'Ottocento. - Di FabioRomanoni - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=114683865
1º marzo 1162 i consoli di Milano davanti a Federico Barbarossa chiedono clemenza - Di Anonimo - Stampa, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=40572632
Battaglia di Legnano, Amos Cassioli (1860-1870, Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti) - Di Amos Cassioli - http://it.wikipedia.org/wiki/File:La_battaglia_di_Legnano_di_Amos_Cassoli.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11190230
Federico incontra Enrico il Leone a Chiavenna nel 1176 - Di Sächsische Weltchronik - Scan aus Buch: Johannes Laudage: Friedrich Barbarossa. Eine Biographie. Regensburg 2009, S. 204, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8949058
Privilegio concesso da Federico nel 1188 - Di Sconosciuto - AHL 7.1-3/09 Caesarea 002, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9679664
La morte di Federico Barbarossa, Sächsische Weltchronik. Di Sconosciuto - http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Emporer_Frederic_I_death.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7475236
Federico I Barbarossa tra i suoi figli, Enrico e Federico. Miniatura tratta dalla Historia Welforum (1179-91), Fulda, Landesbibliothek. - Di Not necessary, PD by age., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=228070