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volume_2:napoleone:la_campagna_d_egitto_-_approfondimento

La Campagna d’Egitto (1798-1801)

Nel 1798 il Direttorio, preoccupato per l’eccessiva popolarità e per il notevole prestigio di Bonaparte, gli affidò l’incarico di occupare l’Egitto per contrastare l’accesso inglese all’India e quindi per danneggiarla economicamente. Un indizio della devozione di Napoleone ai principi dell’Illuminismo fu la sua decisione di affiancare numerosi studiosi e scienziati alla sua spedizione: la spedizione d’Egitto ebbe il merito di far riscoprire, dopo centinaia di anni, la grandezza di quella terra, e fu proprio l’opera di Napoleone a far nascere la moderna egittologia, soprattutto grazie alla scoperta della Stele di Rosetta da parte dei soldati al seguito della spedizione. Napoleone aveva da anni accarezzato l’idea di una campagna in oriente, sognando di seguire le orme di Alessandro Magno ed essendo dell’idea che «L’Europa è una tana di talpe. Tutte le grandi personalità vengono dall’Oriente».

Di Jean-Léon Gérôme - Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75309705

La spedizione cominciò il 19 maggio, quando Napoleone salpò da Tolone a capo dell’Armata d’Oriente, composta da oltre 60 navi da guerra, 280 navi da trasporto, 16000 marinai e 38000 soldati, nohché scienziati, cartografi, illustratori, storici etc.

Presa Malta, dove i Cavalieri Ospitalieri capitolarono senza combattere, Napoleone arrivò in Egitto. Dopo un’importante vittoria nella battaglia delle piramidi, Napoleone schiacciò i mamelucchi di Murad Bey ed entrando a Il Cairo divenne padrone dell’Egitto. Pochi giorni dopo, però, il 1º agosto 1798 la flotta di Napoleone in Egitto fu completamente distrutta dalla flotta della Royal Navy comandata dall’ammiraglio Horatio Nelson, nella baia di Aboukir. A causa di questa sconfitta Napoleone rimase bloccato a terra. Dopo una ricognizione sul mar Rosso, decise di recarsi in Siria dove però Napoleone perse più di due mesi in un inutile assedio di San Giovanni d’Acri, l’antica fortezza dei crociati in Terra Santa, e la campagna di Siria si concluse con un fallimento.

La distruzione de L'Orient nella battaglia del Nilo di George Arnald - Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2696347

Ritornato a Il Cairo, Napoleone sconfisse il 25 luglio 1799 un esercito di oltre diecimila ottomani guidati da Mustafa Pascià ad Aboukir, proprio dove l’anno prima era stato privato di tutta la sua flotta. Preoccupato tuttavia delle terribili notizie che giungevano dalla Francia (l’esercito in ripiegamento su tutti i fronti, il Direttorio ormai privo di potere) e consapevole che la campagna d’Egitto non aveva conseguito i fini sperati, Napoleone, lasciato il comando al generale Kléber, s’imbarcò in gran segreto il 22 agosto sulla fregata Muiron alla volta della Francia.

Anche se la campagna egiziana si concluse con un fallimento, con migliaia di francesi uccisi nei combattimenti e dalle malattie, la reputazione di Napoleone come brillante comandante militare rimase intatta. Ciò era dovuto alla sua esperta propaganda utilizzata per rafforzare il morale delle truppe ma che si diffuse persino in Francia, dove furono represse le notizie di sconfitte come quella in mare nella baia di Aboukir e sulla terra in Siria.

Credits

Tratto, con modificazioni, da: https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_d%27Egitto

volume_2/napoleone/la_campagna_d_egitto_-_approfondimento.txt · Ultima modifica: 2025/02/09 10:06 da luca